
Cos’è la termoresistenza RTD e come funziona
La termoresistenza, in inglese RTD (Resistance Temperature Detector), è un resistore dipendente dalla temperatura utilizzato in varie applicazioni scientifiche, industriali e tecnologiche. Il funzionamento della termoresistenza è basato sul fatto che alcuni materiali sono in grado di cambiare resistenza con la temperatura in maniera ben determinata. Le termoresistenze sono importanti in un’ampia gamma di applicazioni tra cui la misurazione, il monitoraggio ed il controllo della temperatura.
La termoresistenza RTD è un componente utilizzato come sensore di temperatura e garantisce accuratezza e stabilità nella misura oltre ad essere particolarmente affidabili e robusti. Queste caratteristiche li rendono particolarmente utili in ambito industriale per il monitoraggio dei processi che richiedono misure di temperatura.
Comprendere il funzionamento della termoresistenza RTD è importante in tutte le applicazioni che richiedono la misurazione ed il controllo della temperatura. In elettronica la termoresistenza è utilizzata per misure di temperatura in tutti quei dispositivi dove la temperatura può essere un fattore di pericolo come le batterie, i computer oppure gli smartphone. Inoltre le termoresistenze sono molto utilizzate nei dispositivi medici come termometri o sonde diflusso, nell’automotive per il monitoraggio della temperatura del motore ed in tutti quei dispositivi elettrici domestici come climatizzatori, forni, frigoriferi.
Comprendere il funzionamento di una termoresistenza RTD è fondamentale in tutte quelle applicazioni in cui una misura affidabile della temperatura è necessaria ai fini della sicurezza, della continuità operativa e dell’efficienza nei processi industriale e nei dispositivi elettrici ed elettronici.
Cos’è la termoresistenza RTD
La termoresistenza, chiamata in inglese RTD (Resistance Temperature Detector), è un componente elettrico passivo in grado di cambiare la propria resistenza elettrica al variare della temperatura. Le termoresistenze sono realizzate con materiali metallici dotati di coefficiente di temperatura positivo ovvero aumentano la resistenza all’aumentare della temperatura. Sono in grado di fornire misure precise della temperatura e questo perché vengono utilizzati metalli che hanno una caratteristica resistenza-temperatura ben definita.
La termoresistenza RTD è tipicamente realizzata a partire da un elemento sensibile metallico protetto all’interno di materiale ceramico, epossidico oppure vetro. Nelle termoresistenze più comuni il metallo che realizza l’elemento sensibile può essere il rame, il nickel oppure il platino. Le termoresistenze in platino sono le più diffuse in quanto è un materiale resistente all’ossidazione, particolarmente stabile e può essere utilizzato per misure in un intervallo di temperatura molto ampio, compreso tra -200 ºC e +800 ºC.
Esattamente come il resistore, la termoresistenza è un componente passivo ovvero necessita di essere attraversato da una corrente per poter fornire una tensione. Per questo, al fine di misurare la temperatura, si è soliti utilizzare la termoresistenza in combinazione con un generatore di corrente. La termoresistenza RTD è un componente che agisce come un sensore di temperatura per misure particolarmente precise e stabili e rappresenta l’elemento sensibile delle sonde di precisione.
Come funziona un termoresistenza RTD?
La termoresistenza funziona aumentando la propria resistenza elettrica all’aumentare della temperatura. Misurando la variazione di resistenza elettrica della termoresistenza e conoscendo la caratteristica del materiale è possibile effettuare la misura di temperatura. Le termoresistenze sono t
La variazione di resistenza avviene perché le termoresistenze sono realizzate con un materiale metallico che ha coefficiente di temperatura positivo. All’aumentare della temperatura, la densità dei portatori di carica rimane costante ma la loro mobilità diminuisce portando ad una riduzione della conducibilità elettrica.
Le caratteristiche di sensibilità nella misura, intervallo di temperatura misurabile ed accuratezza nella misura finale dipendono dal tipo di materiale con cui è realizzato l’elemento sensibile e da come è costruita la termoresistenza.
Il fattore più importante che determina il funzionamento della termoresistenza è il materiale che costituisce l’elemento sensibile. Troviamo termoresistenze in nickel, rame oppure platino. Questi materiali presentano tutti una relazione resistenza-temperatura ben nota ma diversa tra loro.

Termoresistenze realizzate in nickel sono utilizzate per misure su intervalli di temperatura ridotti in quanto la caratteristica resistenza-temperatura di questo materiale perde linearità sopra circa i 300 ºC. Termoresistenze in rame hanno una caratteristica resistenza-temperatura lineare tuttavia sono facilmente soggette a fenomeni di ossidazione che ne possono degradare le prestazioni e per questo non si prestano a misure oltre i 150 ºC circa.
La termoresistenza al platino è la più diffusa in quanto garantisce una elevata sensibilità nella misura della temperatura e perché può essere utilizzata per il rilevamento su intervalli di temperatura maggiori rispetto agli altri metalli. Tuttavia, quando non si ha la necessità di ottenere misure particolarmente accurate e si lavora su intervalli di temperatura ristretti si utilizzano termoresistenze in altri materiali anche per una questione di ottimizzazione dei costi.
La termoresistenza RTD è un componente passivo e, nella sua configurazione più semplice, per poter svolgere la funzione di sensore di temperatura necessita di essere alimentato da un generatore di corrente. Tale generatore fornisce alla termoresistenza una corrente costante e quindi, misurando la tensione ai sui capi è possibile, attraverso la legge di Ohm, ricavare la variazione il valore di resistenza elettrica (R = V / A). Conoscendo la resistenza elettrica della termoresistenza e conoscendo il materiale dell’elemento sensibile e la sua relazione resistenza-temperatura, è possibile ottenere il valore della temperatura. Il funzionamento della termoresistenza RTD è quindi legato a quello del generatore di corrente.

In tale circuito, il generatore rappresenta un componente critico in quanto alti valori di corrente potrebbero aumentare la resistenza della termoresistenza e quindi introdurre degli errori nel rilevamento della temperatura. Nelle applicazioni industriali si utilizzano tipicamente dei generatori che forniscono corrente dell’ordine di circa 1 mA fino a pochi mA. Un altro aspetto critico è legato ai cavi, tipicamente in rame, che collegano la termoresistenza in quanto con la loro resistenza elettrica introducono una caduta di tensione sulla linea. Entrambi questi aspetti possono avere un impatto negativo sulla misura di temperatura riducendone l’accuratezza. Per questo le termoresistenze vengono generalmente utilizzate in configurazioni a quattro fili, all’interno di circuiti a ponte che ne garantiscono maggiore robustezza agli errori.
Qual è la formula di funzionamento di una termoresistenza RTD?
Il funzionamento di una termoresistenza è descritto dalla seguente formula:
dove:
- ΔR è la variazione di resistenza elettrica (Ω) alla temperatura T,
- α è il coefficiente di temperatura (ºC-1),
- R0 è il valore nominale di resistenza elettrica (Ω) alla temperatura di 0 ºC,
- ΔT è la variazione di temperatura (ºC) rispetto a 0 ºC.
La formula della termoresistenza mette in relazione la variazione di resistenza elettrica con la variazione di temperatura attraverso il coefficiente di temperatura α che è un parametro specifico per ogni materiale.
Termoresistenza RTD simbolo
Il simbolo della termoresistenza è il seguente:

Come si può notare il simbolo è del tutto identico a quello del termistore, nella parte inferiore si trova la lettera “t ºC” ma, a differenza del termistore, è privo di segno.
Tipi comuni di termoresistenza
Esistono diversi tipi di sonde per la misura della temperatura tramite termoresistenza a seconda dei diversi parametri o classificazioni che ne descrivono il comportamento. Le principali tipologie di termoresistenza sono:
- a resistenza termometrica: sono termoresistenze realizzate esattamente come i resistori
- termometri: sono le termoresistenze realizzate da uno o più elementi sensibili incapsulati all’interno di una guaina protettiva e dotati di cavi per il collegamento esterno agli strumenti di misura. I termometri sono tipicamente realizzati tramite uno oppure due resistori.

- a filo avvolto: l’elemento sensibile è costituito da un filo metallico avvolto attorno ad un supporto cilindrico di materiale ceramico. Il filo è rivestito da uno strato di materiale che ne garantisce isolamento elettrico e protezione meccanica. Il materiale di cui sono rivestiti ne assicura la protezione ma allo stesso tempo limita l’espansione del filo quando si riscalda.

- a bobina: è un particolare tipo di termoresistenza a filo in cui il filo metallico è avvolto a bobina ed inserito all’interno di cavità create in un supporto cilindrico ceramico. Le cavità sono riempite di polvere non conduttiva che sostiene il filo ma ne permette anche movimenti dovuti alla dilatazione.

- a film: l’elemento sensibile è un sottile strato metallico (film) posto su un substrato ceramico e rivestito tipicamente in vetro. Di dimensioni estremamente contenute, sono utilizzati all’interno di circuiti integrati.
Classi di tolleranza dei termistori
Le termoresistenze sono classificate secondo una particolare codifica a seconda dei valori di tolleranza in determinati intervalli di temperatura. Le tolleranze che i fabbricanti di termoresistenze devono rispettare sono diverse a seconda che si tratti di termoresistenze a resistori oppure a termometri. Una ulteriore suddivisione è fatta sulla base del fatto che la termoresistenza sia a filo oppure a film.
Classe di tolleranza | Intervallo di temperatura (ºC) | Valore di tolleranza (ºC) |
---|---|---|
W 0.1 | – 100 ÷ + 350 | +/- ( 0,1 + 0,0017 *|t| ) |
W 0.15 | – 100 ÷ + 450 | +/- ( 0,15 + 0,002 *|t| ) |
W 0.3 | – 196 ÷ + 660 | +/- ( 0,3 + 0,005 *|t| ) |
W 0.6 | – 196 ÷ +660 | +/- ( 0,6 + 0,01 *|t| ) |
Sulla base delle caratteristiche realizzative diverse rispetto ai componenti a filo avvolto, le termoresistenze a film hanno intervalli di temperatura più ridotti e seguono una diversa codifica.
Classe di tolleranza | Intervallo di temperatura (ºC) | Valore di tolleranza (ºC) |
---|---|---|
F 0.1 | 0 ÷ +150 | +/- ( 0,1 + 0,0017 *|t| ) |
F 0.15 | -30 ÷ +300 | +/- ( 0,15 + 0,002 *|t| ) |
F 0.3 | -50 ÷ +500 | +/- ( 0,3 + 0,005 *|t| ) |
F 0.6 | -50 ÷ +600 | +/- ( 0,6 + 0,01 *|t| ) |
Le termoresistenze a termometro che siano realizzate a filo avvolto oppure a film sono classificate con la stessa codifica. In questo caso i valori di tolleranza ammissibili per una determinata classe di tolleranza sono funzione del valore assoluto della temperatura.
Classe di tolleranza | Intervallo di temperatura (ºC) – resistori a filo avvolto | Intervallo di temperatura (ºC) – resistori a film | Valore di tolleranza (ºC) |
---|---|---|---|
AA | -50 ÷ +250 | 0 ÷ + 150 | +/- ( 0,1 + 0,0017 *|t| ) |
A | -100 ÷ +450 | -30 ÷ +300 | +/- ( 0,15 + 0,002 *|t| ) |
B | -196 ÷ +600 | -50 ÷ +500 | +/- ( 0,3 + 0,005 *|t| ) |
C | -196 ÷ +600 | -50 ÷ +600 | +/- ( 0,6 + 0,01 *|t| ) |
Configurazione a 2, 3, 4 fili
Le termoresistenze a termometro possono essere fornite con due, tre oppure quattro fili di collegamento. A seconda del numero di fili, ognuno di essi è identificato, per convenzione, da un colore tra bianco, rosso, giallo, nero (oppure grigio).
Nell’immagine seguente vediamo i colori dei fili di connessione per la configurazione a due fili, a tre fili ed a quattro fili per una termoresistenza realizzata con un singolo resistore.

Per i termometri realizzati con due resistori, aumenta il numero di fili di collegamento e quindi oltre al rosso ed al bianco si utilizza anche il giallo ed il nero/grigio.

La termoresistenza è un dispositivo che permette di rilevare la temperatura attraverso la misura della sua resistenza. Al fine di misurare il valore di resistenza da cui ricavare il valore di temperatura, la termoresistenza è tipicamente utilizzata in combinazione con un circuito a ponte come ad esempio il ponte di Wheatstone. Di seguito vediamo come collegare una termoresistenza a due fili, a tre fili ed a quattro fili per determinarne il valore di resistenza elettrica.
Termoresistenza a due fili
La termoresistenza a due fili è il metodo più semplice per realizzare una misura di temperatura tramite un RTD.

Sebbene semplice da collegare, la termoresistenza a due fili risente fortemente della caduta di tensione resistenza elettrica dei cavi di collegamento. Occorre considerare infatti che la termoresistenza, quando è attraversata da corrente, tende a riscaldarsi. Per limitare questo aumento di temperatura dovuto al flusso di corrente, la termoresistenza è alimentata tramite correnti piuttosto basse. Poichè le correnti in gioco sono basse e tenendo presente che le termoresistenze hanno coefficienti di temperatura e valori di resistenza piccoli, la conseguenza è che la resistenza dei cavi di collegamento influisce notevolmente sulla corrente che arriva all’RTD e quindi ne influenza la misura di temperatura.
La termoresistenza a due fili non permette misure precise della temperatura a causa dell’influenza della resistenza elettrica dei fili di collegamento e viene utilizzata per collegamenti brevi.
Termoresistenza a tre fili
La termoresistenza a tre fili è tra le più utilizzate, soprattutto in ambito industriale. Rappresenta un buon compromesso tra costi ed accuratezza nella misura e permette di compensare l’errore di misura dovuto alla resistenza dei cavi di collegamento.

Nella termoresistenza a tre fili, due fili sono collegati direttamente al circuito a ponte mentre il terzo è collegato al generatore di tensione. Il ramo di circuito della termoresistenza è la serie di Rwire + Rwire + RRTD. Assumendo che i fili di collegamento abbiano esattamente stessa lunghezza e resistenza, per quantificare il valore della resistenza RRTD sarà sufficiente sottrarre 2*Rwire.
Il collegamento a tre fili permette misure della temperatura più precise rispetto al collegamento a due fili, tuttavia è necessario garantire che tutti e tre i fili di collegamento abbiano stesso valore di resistenza elettrica e stessa lunghezza.
Termoresistenza a quattro fili
La termoresistenza a quattro fili è la migliore soluzione per misure di temperatura estremamente precise. Presentano un costo più elevato rispetto a quelle a due e tre fili ma permettono di eliminare gli errori di misura dovuti alla resistenza elettrica dei fili di collegamento.

Nella configurazione a quattro fili, due fili vengono utilizzati per effettuare la misura mentre gli altri due sono collegati ad un generatore di corrente. I cavi collegati al generatore rappresentano un riferimento fisso di corrente per la termoresistenza. In questo caso la resistenza dei cavi non ha alcuna influenza sulla misura di resistenza della termoresistenza.
La termoresistenza a quattro fili è la migliore soluzione in tutti quegli ambiti dove avere una misura accurata della temperatura è prioritario rispetto ad un aumento dei costi e della complessità del circuito.
Che cos’è una sonda Pt100?
Le termoresistenze più famose sono quelle al platino. Le termoresistenze al platino più diffuse sono le sonde Pt100 e Pt1000. Una sonda di questo tipo viene realizzata con l’elemento sensibile in platino al fine di garantire una ottima linearità tra resistenza e temperatura oltre che ad un ampio intervallo di misura.
- Pt100: è tipo di sensore a termoresistenza RTD più utilizzato. Ha una resistenza di 100 ohm a 0°C. “Pt” indica l’uso del platino e “100” indica la resistenza in ohm a 0°C.
- Pt1000: questo tipo ha una resistenza di 1000 ohm a 0°C ed è utilizzato in alcune applicazioni specializzate.
Le sonde Pt100 e Pt1000, essendo entrambe in platino offrono le stesse caratteristiche in termini di linearità della curva caratteristica resistenza-temperatura e di intervallo di temperatura. Una sonda Pt1000 offre dei vantaggi nella configurazione a due fili poiché permette di utilizzare cavi più lunghi senza introdurre errori nella misura.
Caratteristiche degli RTD
La termoresistenza RTD ha delle caratteristiche uniche rispetto ad altri sensori di temperatura come le termocoppie ed i termistori.
- Precisione e stabilità: le termoresistenze RTD forniscono misurazioni della temperatura altamente precise su un’ampia gamma di temperature (spesso da -200°C a +850°C per gli RTD al platino).
- Linearità: i materiali utilizzati ed in particolare il platino garantisce una buona linearità tra resistenza e temperatura, facilitandone notevolmente la calibrazione.
- Materiale: possono essere realizzate con diversi materiali a seconda dell’intervallo di temperatura su cui bisogna lavorare e la linearità richiesta. Il materiale più utilizzato è il platino (Pt), per la sua stabilità, linearità e l’ampio intervallo di misura di temperatura possibile.
Termoresistenza applicazioni
Gli RTD sono utilizzati in vari settori in cui sono necessarie misurazioni della temperatura precise e affidabili, tra cui:
- Processi industriali per il controllo della temperatura che può essere un parametro critico nei processi di produzione.
- Sistemi HVAC per il monitoraggio e controllo delle condizioni ambientali.
- Automotive per il monitoraggio della temperatura del motore.
- Medicale per misurare o controllare la temperatura in molti dispositivi tra cui le sonde di flusso, gli incubatori etc.
- Laboratorio per misurazioni di temperatura ad alta precisione.
La termoresistenza (RTD) è un componente semplice, robusto ed affidabile e risulta fondamentale quando è necessario avere accuratezza, stabilità e ripetibilità nella misura della temperatura.