
Differenza tra termistore, termoresistenza, termocoppia
In ambito industriale la temperatura svolge spesso un ruolo critico e viene utilizzata per monitorare le prestazioni di un componente oppure gestire i processi di produzione. Il monitoraggio della temperatura così come il suo controllo viene realizzato tramite appositi dispositivi detti sensori di temperatura. Questi dispositivi permettono di conoscere la temperatura di un elemento di interesse, osservarne le variazioni termiche e quindi di permettere al sistema di rispondere adeguatamente a questo parametro.
Esistono diverse tipologie di sensori di temperatura, ognuna con le proprie caratteristiche sulla base delle quali ne deriva l’utilità in svariate applicazioni. La scelta di un sensore di temperatura dipende da fattori diversi come l’intervallo di temperatura che si intende misurare, la precisione richiesta, la sensibilità, la stabilità ed ovviamente il costo del sensore stesso. A seconda dell’applicazione può essere più efficiente scegliere un determinato sensore di temperatura piuttosto che un altro.
Per poter scegliere al meglio il tipo di sensore di temperatura più adatto all’applicazione che si intende sviluppare è utile conoscerne il principio di funzionamento, i vantaggi ed ovviamente i limiti del dispositivo. In questo articolo verrà presentato il principio di funzionamento dei sensori di temperatura più diffusi ovvero il termistore, la termoresistenza e la termocoppia e mostrate le principali differenze.
Termistore
Il termistore è un resistore variabile in grado di cambiare la propria resistenza elettrica al variare della temperatura.

A seconda del materiale con cui sono realizzati possono aumentare o diminuire il valore di resistenza al crescere della temperatura. Tale variazione di resistenza è tipicamente non lineare.
Tipi di termistori
- NTC (coefficiente di temperatura negativo): la resistenza diminuisce con l’aumentare della temperatura. Per temperature elevate permettono quindi il passaggio di un maggiore flusso di corrente e questo li rende adatti in applicazioni di rilevamento e controllo della temperatura. I termoresistori NTC sono inoltre caratterizzati da dei tempi di risposta relativamente lenti e per questo sono utilizzati come protezione da sovracorrenti impulsive. In presenza di un picco di corrente il termistore NTC varia lentamente la propria resistenza e, se questo picco di corrente è rapido, il circuito a valle del termistore non ne risente e quindi risulta protetto.
- PTC (coefficiente di temperatura positivo): la resistenza aumenta con l’aumentare della temperatura. I termistori PTC sono molto utilizzati nei dispositivi che richiedono una autoregolazione della temperatura poichè interrompono il passaggio di corrente quando la temperatura supera un limite prestabilito. Sono spesso utilizzati in serie agli avvolgimenti dei motori per assicurarne la protezione termica in caso di blocco o surriscaldamento.
La variazione di resistenza positiva o negativa, sulla base della variazione della temperatura, dipende dalle caratteristiche fisiche e della composizione atomica del materiale con cui è realizzato il termistore.
Quando il termistore è utilizzato per misurare la temperatura, viene posto all’interno di un partitore di tensione o un ponte di Wheatstone. In questa maniera, misurando la variazione di tensione sul termistore, si può dedurre il valore di temperatura.
I termistori sono dispositivi molto semplici, a basso costo e dotati di una buona sensibilità tuttavia presentano tipicamente una elevata non linearità che può portare a misure di temperatura poco precise.
Termoresistenza RTD
Un RTD (Resistance Temperature Detector), detto anche termoresistenza, è un sensore di temperatura che utilizza un elemento sensibile in metallo la cui resistenza varia linearmente con la temperatura. La termoresistenza è tipicamente realizzata usando come elemento sensibile un filo metallico avvolto attorno a del materiale ceramico o vetro.

Grazie al fatto di utilizzare come elemento sensibile un metallo puro come il nichel, il rame o il platino, è possibile avere una variazione lineare della resistenza con la temperatura. Le termoresistenze più comuni sono quelle in platino che forniscono una ottima linearità e si prestano a misure in un ampio intervallo di temperatura.
Tipi comuni di termoresistenza RTD in platino
- Pt100: presenta una resistenza elettrica di 100Ω a 0°C, aumentando linearmente con la temperatura.
- Pt1000: presenta una resistenza elettrica di 1000Ω a 0°C (resistenza dieci volte più elevata permette una migliore sensibilità nella misura).
Un RTD è un tipo di sensore di temperatura passivo ovvero richiede che sia attraversato da un piccolo livello di corrente. Dalla variazione della resistenza è facilmente calcolabile la temperatura considerando la caratteristica lineare. Poichè richiedono il passaggio di corrente ed essendo molto sensibili, questa corrente può portare a riscaldare l’elemento sensibile e quindi indurre a degli errori di misura. Un altro aspetto critico è dovuto alla lunghezza dei cavi di collegamento ed alla stessa configurazione, a due fili, a tre fili, a quattro fili. I Pt1000 sono più sensibili rispetto ai Pt100 e soffrono meno questi aspetti in particolare se utilizzati nella configurazione a 2 fili.
Termocoppia
La termocoppia è un sensore di temperatura realizzato unendo tramite saldatura due metalli diversi.
Il funzionamento della termocoppia si basa sul principio che quando due metalli diversi vengono uniti ed esposti a temperature diverse si genera una piccola tensione.
Il punto di giunzione tra questi due materiali è quello che deve essere posto in contatto con l’elemento di cui si vuole conoscere la temperatura. In presenza di una variazione di temperatura nel punto di giunzione della termocoppia, ovvero in presenza di un riscaldamento o un raffreddamento, si crea una differenza di potenziale tra i materiali che compongono la termocoppia. Questo fenomeno è detto effetto Seebeck, e stabilisce una relazione non lineare tra il gradiente di temperatura e la tensione generata.

L’andamento della temperatura con la tensione dipende dai materiali che compongono la termocoppia.
La termocoppia è un dispositivo attivo. Per la misura della temperatura è necessario collegare la termocoppia ad un strumento che misuri la caduta di tensione tra i fili metallici ed usare la relazione caratteristica della termocoppia per determinare la temperatura del punto di giunzione.
Tipi di termocoppie
Le termocoppie sono disponibili in diversi tipi, ciascuno realizzato con diverse combinazioni di metalli:
- Tipo K (Nichel-Cromo / Nichel-Alluminio) → Più comune, fino a 1350°C.
- Tipo J (Ferro / Costantana) → Fino a 750°C, poco costoso ma con durata inferiore.
- Tipo T (Rame / Costantana) → Utilizzato in applicazioni criogeniche, stabile da -200°C a 350°C.
- Tipo S, R, B (leghe di platino / rodio) → Utilizzato a temperature estremamente elevate (fino a 1700°C – 2300°C).
Differenza tra termistore, termoresistenza e termocoppia
Caratteristica | Termistore | Termoresistenza (RTD) | Termocoppia |
---|---|---|---|
Principio di funzionamento | La temperatura di misura è calcolata a partire dalla variazione di resistenza | La temperatura di misura è calcolata a partire dalla variazione di resistenza | La temperatura di misura è calcolata a partire dalla tensione generata per effetto Seebeck |
Materiale | Ceramica o polimero (NTC, PTC) | Nichel, rame, platino. (Il più comune è il platino: Pt100, Pt1000) | Due metalli diversi (ad esempio, rame-costantana, tipo K) |
Intervallo di temperatura | Da -50 °C a 300 °C (alcuni fino a 600 °C) | Da -200 °C a 850 °C | Da -200 °C a 2300 °C (dipende dal tipo) |
Precisione | Alta ma limitata dalla non linearità | Precisione molto elevata (da ±0,1°C a ±0,5°C) | Precisione modesta (da ±1°C a ±2°C) |
Tempo di risposta | Rapido (da millisecondi a secondi) | Moderato (secondi) | Molto rapido (millisecondi) |
Sensibilità | Molto alta | Alta | Moderata |
Linearità | Non lineare | Lineare | Non lineare |
Stabilità a lungo termine | Scarsa (deriva nel tempo) | Alta | Moderata |
Richiesta di alimentazione | Componente passivo: richiede alimentazione esterna | Componente passivo: richiede alimentazione esterna | Componente attivo: genera tensione, non richiede alimentazione esterna |
Complessità del cablaggio | 2 fili | Richiede 2, 3 o 4 fili | Richiede cavi di estensione speciali |
Durata | Fragile, sensibile all’ambiente | Durevole ma sensibile agli urti meccanici | Molto robusto e adatto ad ambienti difficili |
Costo | Basso | Superiore ai termistori | Variabile (dipende dal tipo) |
Applicazioni | Elettrodomestici, dispositivi medici, automotive | Controllo di processo industriale, applicazioni di laboratorio | Applicazioni industriali ad alta temperatura, turbine a gas, motori |
Quale sensore di temperatura scegliere?
- Utilizza un termistore se hai bisogno di alta sensibilità e risposta rapida e lavori in un intervallo di temperatura limitato.
- Utilizza un RTD se hai bisogno di alta precisione e stabilità in un intervallo di temperatura moderato.
- Utilizza una termocoppia se hai bisogno di misurare temperature molto elevate e hai bisogno di un sensore robusto e autoalimentato e non ti interessa una precisione elevata.