La differenza principale tra un interruttore magnetotermico e un interruttore differenziale risiede nella loro funzione e nell’obiettivo di protezione. Entrambi i dispositivi vengono utilizzati con funzione di protezione del circuito o impianto e dell’utilizzatore dello stesso. In questo articolo vediamo quali sono le principali caratteristiche di impiego per questi dispositivi e quindi le loro differenze al fine di poter operare una scelta consapevole al momento della progettazione del circuito.

Specifiche funzionali e di protezione di un interruttore magnetotermico

Interruttore magnetotermico marca ABB, modello S401M-UCZ25

L’interruttore magnetotermico combina le caratteristiche di un interruttore sensibile alle variazioni del campo magnetico ed un interruttore sensibile alle variazioni termiche. Questo dispositivo è in grado di rilevare tali variazioni sui cavi di alimentazione che lo attraversano ed agisce aprendo tale circuito nel caso tali valori di campo magnetico e/o temperatura superino dei valori di soglia specifici e legati alle caratteristiche costruttive del modello di interruttore considerato.

Il meccanismo magnetico risponde ai picchi di corrente causati da un cortocircuito (ad esempio, guasto degli isolamenti) mentre, il meccanismo termico, risponde al surriscaldamento causato da una corrente eccessiva nel circuito (ad esempio, nel caso del blocco di un motore).

Specifiche funzionali e di protezione di un interruttore differenziale

Interruttore differenziale marca ABB, modello F202

L’interruttore differenziale (o RCD – Residual Current Device) è progettato per rilevare le differenze di corrente tra il conduttore di fase e il conduttore di neutro. Questo tipo di interruttore è utilizzato per proteggere le persone da scosse elettriche in caso di dispersione di corrente, causata da un contatto accidentale con parti sotto tensione, guasti degli isolamenti o, più in generale, guasti verso terra. Quando viene rilevata una corrente di dispersione superiore alla soglia di intervento, l’interruttore differenziale scatta, interrompendo immediatamente l’alimentazione elettrica per prevenire danni alla persona o agli apparecchi collegati.

Qual è la differenza tra interruttore magnetotermico ed interruttore differenziale?

L’interruttore magnetotermico protegge il circuito da sovraccarichi e cortocircuiti, mentre l’interruttore differenziale protegge le persone da scosse elettriche causate da correnti di dispersione. Entrambi gli interruttori svolgono un ruolo fondamentale nella sicurezza degli impianti elettrici, ma si concentrano su aspetti di protezione diversi. Sono dispositivi che permettono la protezione di un circuito, di un impianto un una porzione di esso ma agiscono in maniera complementare. Proprio in virtù del fatto che offrono un tipo di protezione dal guasto elettrico diversa se ne deduce che svolgono una funzione complementare. La scelta dell’utilizzo di un interruttore magnetotermico piuttosto che di un interruttore differenziale dipende quindi dal tipo di applicazione in cui viene inserito. Nello specifico, la scelta tra magnetotermico e differenziale, deve essere effettuata sulla base della tipologia di carico che il dispositivo ha l’obiettivo di proteggere da eventuali guasti.

Se, ad esempio, abbiamo bisogno di inserire nel nostro circuito un dispositivo che protegga da possibili guasti che possono verificarsi sull’alimentazione dei motori allora sarà utile installare un interruttore magne-totermico. Se invece abbiamo la necessità di proteggere un ramo del circuito che potrebbe essere interessato da squilibri tra corrente in ingresso ed in uscita con forme d’onda difficilmente prevedibili perché dovute all’azione contemporanea di dispositivi diversi come alimentatori switching, inverter ed inverter, allora sarà utile installare un interruttore differenziale, meglio se di tipo B.

La differenza tra interruttore magnetotermico ed interruttore differenziale risiede quindi nelle caratteristiche costruttive e quindi nella diversa destinazione d’uso o meglio, sulla diversa tipologia di guasto da cui si vuole proteggere il circuito.

Ovviamente, non è sempre così ovvio prevedere la tipologia di guasto che può verificarsi in particolar modo quando il dispositivo è posto a protezione di rami di circuito complessi. In tal caso, al fine di garantire una protezione maggiore ovvero una maggiore copertura contro i possibili guasti elettrici, risulta utile installare un dispositivo come l’interruttore magnetotermico differenziale detto, in inglese, RCBO (Residual Current Breaker with Overload protection)

Interruttore magnetotermico differenziale

Interruttore magnetotermico differenziale marca Schneider Electric, modello iCV40N

Gli interruttori differenziali con protezione da sovracorrente (RCBO) sono dispositivi elettrici progettati per fornire protezione sia contro i guasti a terra (corrente residua) che contro le sovracorrenti nei circuiti elettrici. Sono comunemente usati nelle case e negli ambienti industriali per migliorare la sicurezza elettrica.

In sintesi, gli RCBO sono progettati per fornire una protezione completa per i circuiti elettrici. Uniscono le caratteristiche di protezione differenziale e di protezione da sovracorrente in un unico dispositivo. Rilevando e rispondendo sia ai guasti a terra che alle sovracorrenti, gli RCBO svolgono un ruolo cruciale nella prevenzione dei rischi elettrici, inclusi scosse elettriche e incendi, scollegando rapidamente l’alimentazione quando vengono rilevate condizioni elettriche anomale.

Simbolo interruttore magnetotermico differenziale

L’interruttore magnetotermico differenziale è identificato negli schemi elettrici con il simbolo identificato nella figura seguente.

Simbolo interruttore magnetotermico differenziale